È così che Stephen Hawking definisce il suo rapporto con il sistema di CAA che utilizza quotidianamente e che gli permette di comunicare in ogni contesto della vita. Quando si parla di Comunicazione Aumentativa Alternativa sembra di parlare di “qualcosa” di sconosciuto. In realtà, spesso ci imbattiamo in sistemi o strategie di Comunicazione Aumentativa Alternativa senza che ce ne rendiamo conto. Prendiamo per esempio il museo. A tutti sarà capitato di vedere all’ingresso del museo un cartellone con le principali regole di comportamento da mantenere con le relative immagini: “non sono ammessi cibi o bevande” con il simbolo del panino e della lattina sbarrato; “vietato fare foto con flash” con la relativa immagine della macchina fotografica con flash barrato ecc. Non solo, davanti alle teche con gli oggetti in esposizione sono spesso presenti, oltre alle didascalie scritte, anche le didascalie in braille, così da poter essere lette anche da persone non vedenti. Il museo è solo un esempio, ma ci sono tanti altri contesti che si potrebbero menzionare. Tutti questi sono sistemi e strategie che vengono utilizzati per rendere accessibili le informazioni anche a coloro per cui la comunicazione verbale, che è il canale principale usato dalla maggioranza delle persone, non è accessibile.
Ciò che un progetto di Comunicazione Aumentativa Alternativa cerca di fare è dare alle persone l’opportunità di comunicare bisogni, desideri, informazioni in modalità alternative, per l’appunto, alla comunicazione verbale. I sistemi sono tanti, sono diversi, con un diverso grado di tecnologia e si possono combinare per fornire la miglior soluzione possibile. Le persone con complessi bisogni comunicativi, presenti fin dalla nascita o acquisiti in seguito, hanno bisogno di un progetto di CAA personalizzato, costruito su misura sulla base delle caratteristiche specifiche di ciascuno, che tenga in considerazione il contesto familiare, scolastico e sociale in cui comunicano e che, reciprocamente, comunica con loro. Il paziente è al centro e, proprio come si fa con un abito nuovo, il progetto viene cucito su di lui, in base alle sue “misure” e alle sue necessità, per dargli l’opportunità di partecipare al meglio in tutti i suoi contesti di vita.