Intorno ai 10-11 anni, la pre-adolescenza e poi successivamente l’adolescenza, sottopongono i ragazzi ad evidenti e numerosi cambiamenti fisici e mentali, fino al raggiungimento dell’obiettivo finale: l’indipendenza dalla famiglia di origine per muoversi con sicurezza e fiducia in sé stessi nel mondo…Ma quante emozioni!Bisogna saperle leggere ed interpretare, per poter trovare un equilibrio tra ciò che è vero e ciò che appare… In più è sopraggiunto anche il periodo del lock-down!
La chiusura forzata ha sicuramente modificato, rallentato e trasformato quello che prima del 2019 era il passaggio di crescita “convenzionale” per acquisire le cosiddette “Life Skills”, ovvero le competenze che occorre apprendere per mettersi in relazione con gli altri e saper gestire la responsabilità legata al proprio ruolo sociale, sapendo poi affrontare e condurre lo stress e le difficoltà quotidiane in modo appropriato.Brevemente, le skills fondamentali sono: la capacità di prendere decisioni, saper risolvere le situazioni problematiche, il senso critico, le capacità interpersonali, l’autocoscienza, l’empatia e la gestione delle emozioni e dello stress.
COSA ABBIAMO FATTO?
Nella cornice storica in cui siamo inseriti, la Dott.ssa Psicologa Psicoterapeuta Bonfigliuoli Chiara, assieme alla tirocinante Dott.ssa in Psicologia Ricchetti Sonia, hanno sviluppato l’idea di un progetto sperimentale: un piccolo gruppo di ragazzi pre-adolescenti messi a confronto riguardo tematiche tipiche della loro età.L’idea del progetto sperimentale è nata come tentativo di arricchimento personale, in termini di competenze, abilità e strategie utili a fronteggiare le difficoltà dell’adolescenza, sia nella relazione con l’altro che nella gestione delle proprie emozioni, attraverso la condivisione in gruppo mediata dall’adulto.I partecipanti al progetto sperimentale, conosciuti attraverso un percorso personale di psicoterapia in individuale, sono 4 ragazzi tra i 12 ed i 13 anni, due maschi e due femmine, ai quali, a nostro avviso, avrebbe giovato allenare assieme ad altri coetanei alcune abilità sociali.(Una delle ragazze per problemi di salute si è connessa on-line con il gruppo in presenza). Il gruppo si trovava 1 volta alla settimana, per circa 1 ora, con otto incontri in totale, attorno ad un tavolo centrale, che permetteva di mantenere la giusta distanza fisica tra i ragazzi, oltre che lo svolgimento delle attività proposte. Durante gli incontri la tirocinante rimaneva in stanza proponendo attività e spunti di riflessione; la Psicoterapeuta interveniva nella parte finale per raccogliere umori e considerazioni sull’incontro. Ai genitori dei ragazzi veniva restituito un breve feed-back riguardo l’esperienza. Inizialmente si è favorita la conoscenza e la narrazione di sé a turno nel gruppo, instaurando un clima positivo e di apertura senza giudizio, per poi chiedere ai partecipanti quali argomenti volessero affrontare. I ragazzi hanno scelto di trattare le tematiche dell’autostima, del come saper leggere ed utilizzare l’ironia, come gestire la rabbia, la comunicazione empatica e la relazione con la famiglia.
In ogni incontro i ragazzi, raccontando le proprie esperienze personali, creavano nuovi possibili scenari, utili per i coetanei con maggiori difficoltà nella tematica specifica. Alcune delle attività proposte sono state: – giochi con le carte, per favorire la narrazione di caratteristiche di sé stessi agli altri;- la tecnica della sagoma di sé integrata con il collage (Molinari-Toscani, 2020), per favorire la conoscenza di un corpo che cambia e del processo esplorativo della relazione che queste parti hannotra di loro e con il mondo esterno;- il gioco dei doni, che consiste nel chiedere ai ragazzi cosa gli altri sono riusciti ad insegnare loro e cosa vorrebbero donare all’altro per farlo sentire più a suo agio nella quotidianità.
COSA HANNO DETTO I RAGAZZI
Al fine di rilevare le opinioni dei ragazzi riguardo al progetto, abbiamo creato un questionario auto-valutativo.Dalle risposte ai questionari è emerso che tutti i ragazzi si sono sentiti accolti in un clima positivo, liberi di portare le loro esperienze. Le attività proposte sono state stimolanti e le tematiche sono state affrontate in modo chiaro ed esaustivo. La possibilità di confrontarsi con altri e sapere di non essere gli unici a provare determinate sensazioni, paure ed emozioni, li ha piacevolmente sorpresi ed aiutati ad acquisire maggiori sicurezze personali.
CONCLUSIONI
In letteratura troviamo numerose prove che sostengono i benefici delle attività in e di gruppo, con bambini fin dai primi anni di vita, ragazzi, giovani adulti ed anche anziani.Considerando nello specifico l’età critica che va dagli 11 anni fino al termine dell’adolescenza, mi sembra importante sottolineare le possibilità di scoperta personale e dell’altro, che possono avveniresolo tramite il dialogo ed il confronto con i pari, nel gruppo. Il gruppo infatti agisce come contenitore, rassicura, rafforza, apre la mente a nuove possibilità di agire ed allo stesso tempo riflette quelli che sono gli schemi propri agiti..con la mediazione dell’adulto, è così possibile fare luce e dare nuove chiavi di lettura più appropriate ai ragazzi. Sarebbe dunque opportuno aumentare le possibilità di sperimentazione anche al di fuori dei contesticlinici, come ad esempio nelle scuole, nei doposcuola, negli oratori ed in tutte quelle attività che lo consentono.
Bibliografia:Bonfanti I., Farina M., Fontanesi F., Galifi P., Molinari M., Toscani T., “Emozioni in gioco con l’adolescente”, in riga edizioni, Bologna, 2020.