Una storia di modifiche e di abilità grazie al T.O. (Terapista Occupazionale) a casa
Arriva da noi C., ha 15 anni ed una tetraparesi. Come spesso ci capita di vedere il mondo e le situazioni ci sono un po’ avverse ma la voglia di lottare non manca di certo!
Non abbiamo dubbi, di lei se ne deve occupare Daniele…il Terapista Occupazionale del nostro gruppo!
Daniele racconta che tutto è partito dalla scelta dalla carrozzina giusta per C.; insieme abbiamo valutato ed optato per la carrozzina elettrica, che risultava già espandibile. Pertanto, visto il suo buon controllo oculare si è suggerito un controllo a puntamento grazie al quale poteva essere facilitata per la scrittura e quindi lo svolgimento di compiti a casa. Sono stati suggeriti piccoli adattamenti ambientali per migliorare la sua accessibilità alle stanze. Insieme a C. abbiamo trovato strategie per collaborare con i genitori nelle attività di cura di sé. Modificato l’ambiente, l’altra cosa che rimaneva da fare era quella di aiutare i genitori ed il loro senso di competenza; non solo come condivisione delle strategie adottate ma anche per ridurre attività debilitanti (tecniche di trasferimento dalla carrozzina per prevenire mal di schiena, tecniche di postura per ridurre l’affaticamento di C. migliorando anche la qualità del sonno). Se la casa ora era ok, mancava ancora un luogo importante e vero fulcro dell’inclusione sociale….la scuola! Come sempre tutto parte da una valutazione, poi da li ci si è organizzati per un banco rialzato ed un posizionamento che favorisse la partecipazione.
Ma quindi, chi è esattamente il Terapista Occupazionale (T.O.) e cosa fa?
La Terapia Occupazionale è una professione sanitaria focalizzata sul cliente il cui obiettivo è quello di promuovere la salute ed il benessere attraverso l’occupazione. Il primo obiettivo della T.O. è di consentire alla persona di partecipare alle attività della vita quotidiana in modo da portare significato e soddisfazione nella propria vita. I T.O. raggiungono questo obiettivo lavorando con la persona e con la comunità che la circonda per aumentare la sua partecipazione nelle occupazioni che ha bisogno di svolgere, deve svolgere, o che gli altri si aspettano che svolga. Questo obiettivo viene raggiunto anche apportando modifiche alle attività o all’ambiente in cui esse si svolgono.
Spesso, limitatamente, si sente parlare di Terapia Occupazionale solo per una categoria di pazienti neurologici ma in realtà c’è tutta una parte che riguarda l’età evolutiva e non solo!
Quando la T.O. con i bambini
La Terapia Occupazionale è adatta per tutti i bambini con un disordine del neurosviluppo o neuromotorio. Nei disturbi del neurosviluppo sono stati inseriti la disabilità intellettiva, i disturbi della comunicazione, il disturbo dello spettro autistico, il disturbo da deficit di attenzione/iperattività, il disturbo specifico dell’apprendimento e i disturbi del movimento e della coordinazione motoria. Inoltre, i trattamenti si rivolgono a bambini con paralisi cerebrale infantile, disturbi del comportamento, sindromi genetiche. In Età Evolutiva, il Terapista Occupazionale si pone l’obiettivo di sviluppare e migliorare la capacità di agire del bambino favorendo e valorizzando i suoi interessi, in un processo graduale di inclusione nei suoi ambienti di vita-casa-scuola e nei vari contesti extrascolastici. Il T.O. lavora con il bambino per il raggiungimento di abilità sociali, per l’acquisizione di autonomia nella cura personale, nel potenziamento dell’attenzione e del problem solving, migliorare le abilità motorie, fornire supporto nella scelta dell’ausilio adatto.
Come lavora il Terapista Occupazionale
L’obiettivo della valutazione è quello di delineare un quadro dei problemi e dei punti di forza del paziente, fornendo una base dalla quale si potranno monitorare i miglioramenti.
L’intervento viene impostato in modo da facilitare il rendimento e la prestazione nelle attività di vita quotidiana della persona e nel rendere l’ambiente in cui la persona svolge queste attività più supportivo e facilitante, abbattendo quelle barriere che ostacolano l’autonomia del paziente. E’ di esempio la storia di C. di prima, ma ci interventi che includono l’insegnamento di nuove tecniche per fare un’attività o l’uso di ausili in modo da abbattere le barriere architettoniche ed implementare le abilità della persona.